Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell’Eufrate. Trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso per Tamiri. In faccia al suddetto trono tre altri sedili. Ara nel mezzo col simulacro di Belo deità de’ Caldei. Gran ponte praticabile con statue: vista di tende e soldati su l’altra sponda.
 
 SEMIRAMIDE creduta Nino con guardie e poi SIBARI
 
 SEMIRAMIDE
 Olà; sappia Tamiri
 che i principi son pronti,
 che fuman l'are, che al solenne rito
 di già l'ora s'appressa,
5che il re l'attende. (Ricevuto l’ordine parte una guardia. Nel mentre che parla Semiramide, esce Sibari guardandola con meraviglia)
 SIBARI
                                     (Io non m'inganno, è dessa).
 Lascia che a' piedi tuoi... (S’inginocchia)
 SEMIRAMIDE
                                                 Sibari! (Oh dei!)
 S'allontani ciascun. (Che incontro!) Sorgi. (Le guardie si ritirano indietro)
 Dall'Egitto in Assiria
 quale affar ti conduce?
 SIBARI
                                            È noto altrove
10che la real Tamiri
 dell'impero de' Battri unica erede
 qui scegliendo lo sposo oggi decide
 l'ostinate contese
 che il volto suo, che il suo retaggio accese.
15Sperai fra queste mura
 tutta l'Asia mirar ma non sperai
 in sembianza viril sul trono assiro
 di ritrovar la sospirata e pianta
 principessa d'Egitto
20Semiramide.
 SEMIRAMIDE
                            Ah taci; in questo luogo
 Nino ciascun mi crede e il palesarmi
 vita, regno ed onor potria costarmi.
 SIBARI
 Che ascolto! È teco Idreno?
 Che fa? Dov'è?
 SEMIRAMIDE
                               Di quell'ingrato il nome
25non rammentarmi: abbandonai con lui
 la patria, il regno, il genitor, le nozze
 del monarca numida.
 E pur nol crederai, l'istesso Idreno
 che m'indusse a fuggir tentò svenarmi.
 SIBARI
30Quando?
 SEMIRAMIDE
                    La notte istessa
 ch'io seco andai: del Nilo
 dalla pendente riva
 ei mi gettò ferita e semiviva.
 SIBARI
 Ma la cagione?
 SEMIRAMIDE
                              Oh dio!
35La cagione io non so.
 SIBARI
                                         (La so ben io).
 Come restasti in vita?
 SEMIRAMIDE
                                           Unica e lieve
 fu la ferita e la selvosa sponda
 co' pieghevoli salci
 la caduta scemò, mi tolse a morte.
 SIBARI
40(E quando sperar posso
 miglior tempo a scoprirle i miei martiri?
 Ardir). Sappi...
 SEMIRAMIDE
                               T'accheta, ecco Tamiri. (Vedendo venir Tamiri)
 
 SCENA II
 
 TAMIRI con seguito e detti
 
 TAMIRI
 Nino, deve al tuo zelo
 oggi l'Asia il riposo, io degl'affetti
45la libertà.
 SEMIRAMIDE
                     Ma Babilonia deve
 alla bellezza tua l'aspetto illustre
 de' principi rivali. Al fianco mio, (Una guardia va sul ponte e accenna che venghino i principi)
 principessa, t'assidi
 e i merti di ciascun senti e decidi. (Semiramide va sul trono, Tamiri a sinistra nel sedile; Sibari è in piedi a destra. E intanto preceduti dal suono d’un allegra marcia, passano il ponte Mirteo, Ircano e Scitalce col loro seguito, quali si fermano fuori del portico e poi entrano l’uno dopo l’altro quando tocca loro a parlare)
 
 SCENA III
 
 MIRTEO, IRCANO, SCITALCE e detti
 
 MIRTEO
50Al tuo cenno, gran re, deposte l'armi,
 si presenta Mirteo.
 L'Egitto...
 IRCANO
                     Odi, la bella (A Mirteo interrompendolo)
 che fra noi si contende è quella?
 MIRTEO
                                                             È quella.
 L'Egitto è il regno mio... (A Semiramide)
 IRCANO
55Del Caucaso natio (A Semiramide interrompendo Mirteo)
 vien dal giogo selvoso
 l'arbitro degli Sciti amante e sposo.
 MIRTEO
 Ircano, a quel ch'io veggio,
 tu d'Assiria i costumi ancor non sai.
 IRCANO
60Perché?
 SEMIRAMIDE
                  Tacer tu dei.
 Parli il prence d'Egitto.
 IRCANO
 In Assiria il parlar dunque è delitto? (Si ritira indietro)
 MIRTEO
 L'Egitto è il regno mio; sospiri e pianti,
 rispetto e fedeltà sono i miei vanti.
 SEMIRAMIDE
65Siedi principe e spera; a lei che adori
 non è il tuo merto ascoso (Mirteo va a sedere)
 (Qual ti sembra Mirteo?) (Piano a Tamiri)
 TAMIRI
                                                  Molle e noioso. (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 Or narra i pregi tuoi. (Ad Ircano)
 IRCANO
 Dunque a vostro piacer...
 TAMIRI
                                                Parla se vuoi.
 IRCANO
70Si parli. A farmi noto
 basta affermar ch'io sono
 l'opposto di colui. Sospiri e pianti
 non son pregi fra noi: pregio allo Scita
 è l'indurar la vita
75al caldo, al gel delle stagioni intere
 e domar combattendo uomini e fere.
 TAMIRI
 Si vede.
 SEMIRAMIDE
                  Or siedi, Ircano. (Ircano va a sedere)
 Qual ti sembra costui? (Piano a Tamiri)
 TAMIRI
                                             Barbaro e strano. (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 Venga Scitalce.
 SIBARI
                               (Oh stelle! Io veggo Idreno!
80Qual arrivo funesto!)
 SEMIRAMIDE
 Sibari, oh dio! Questo è Scitalce? (Piano a Sibari vedendo Scitalce)
 SIBARI
                                                               È questo.
 SEMIRAMIDE
 Sarà. (Dopo averlo considerato)
 SCITALCE
              Numi, che volto! Il re novello,
 Ircano, dimmi, è quel ch'io miro?
 IRCANO
                                                                È quello.
 SCITALCE
 Sarà. (Dopo aver considerata Semiramide)
 SEMIRAMIDE
              Prence, il tuo nome
85dunque è Scitalce?
 SCITALCE
                                     Appunto.
 SEMIRAMIDE
 (Qual voce!)
 SCITALCE
                          (Qual richiesta!
 Io gelo).
 SEMIRAMIDE
                   (Io vengo meno).
 SCITALCE
 (Semiramide è questa).
 SEMIRAMIDE
                                               (È questi Idreno).
 Fin dall'indico clima
90ancor tu vieni alla real Tamiri
 il tributo ad offrir de' tuoi sospiri?
 SCITALCE
 Io... (Che dirò?) Se venni...
 Non sperai... Mi credea... Ma veggo... (Oh dei!)
 SEMIRAMIDE
 (Si confonde il crudel sugli occhi miei).
 TAMIRI
95Siedi, Scitalce, il turbamento io credo
 figlio d'amor né a paragon d'ogni altro
 picciol merito è questo.
 SCITALCE
 Ubbidisco. (Si ritira lentamente verso il sedile)
 SEMIRAMIDE
                        (Infedel).
 SCITALCE
                                            (Sogno o son desto?)
 Ma veramente è quegli
100il successor della corona assira? (Ad Ircano)
 IRCANO
 Non tel dissi?
 SCITALCE
                            Sarà. (Siede)
 IRCANO
                                        Questi delira.
 Che più s'attende? È tempo
 che Tamiri decida.
 TAMIRI
 Son pronta.
 SEMIRAMIDE
                         (Aimè!) Ma prima
105giurar si dee di tollerar con pace
 la scelta d'un rivale. Al nume, all'ara
 principi andate.
 MIRTEO
                                 Ogni tuo cenno è legge. (S’alza e va all’ara)
 SCITALCE
 (Son fuor di me). (Come sopra)
 SEMIRAMIDE
                                    (Spergiuro!)
 MIRTEO
 Io l'approvo. (Scitalce e Mirteo pongono la mano sull’ara stando uno per parte)
 SCITALCE
                           Io l'affermo.
 IRCANO
                                                    Io l'assicuro. (S’alza ma non parte dal suo luogo)
 SEMIRAMIDE
110Ircano, al nume, all'ara
 non t'avvicini?
 IRCANO
                              No; giurai né voglio
 seguir l'altrui costume;
 quest'è l'ara de' Sciti e questo è il nume. (Ponendo la mano al petto e accennando la spada)
 TAMIRI
 Io l'ardire d'Ircano,
115di Mirteo l'umiltà veggo ed ammiro;
 ma un non so che...
 SEMIRAMIDE
                                      Sospendi
 la scelta, o principessa.
 TAMIRI
 Abbastanza pensai.
 IRCANO
                                      Dunque favelli.
 SEMIRAMIDE
 No; principi, v'attendo (S’alza e seco tutti)
120entro la reggia all'oscurar del giorno.
 Ivi a mensa festiva
 sarem compagni e spiegherà Tamiri
 ivi il suo cor. Voi tollerate intanto
 il breve indugio.
 MIRTEO
                                 Io non mi oppongo.
 IRCANO
                                                                       Ed io
125mal soffro un re de' miei contenti avaro.
 SEMIRAMIDE
 Desiato piacer giunge più caro.
 
    Non so se più t'accendi (A Tamiri)
 a questa o a quella face;
 ma pensaci, ma intendi;
130forse chi più ti piace
 più traditor sarà. (Parte con Sibari)
 
 SCENA IV
 
 TAMIRI, MIRTEO, IRCANO e SCITALCE
 
 SCITALCE
 Che vidi! Che ascoltai! (Fra sé)
 Semiramide vive!
 Ma non l'uccisi io stesso?
135O sognavo in quel punto o sogno adesso.
 TAMIRI
 Sì pensoso, o Scitalce? Ami o non ami?
 Sprezzi o brami i miei lacci?
 Da lunge avvampi e da vicino agghiacci?
 SCITALCE
 Perdonami, o Tamiri,
140se tu sapessi... Oh dio!
 TAMIRI
                                            Parla.
 SCITALCE
                                                         Se parlo,
 più confusa ti rendo.
 TAMIRI
 O tutto mi palesa o nulla intendo.
 SCITALCE
 
    Vorrei spiegar l'affanno,
 nasconderlo vorrei;
145e mentre i dubbi miei
 così crescendo vanno,
 tutto spiegar non oso,
 tutto non so tacer.
 
    Sollecito, dubbioso,
150penso, rammento e vedo
 e agli occhi miei non credo,
 non credo al mio pensier. (Parte)
 
 SCENA V
 
 TAMIRI, MIRTEO ed IRCANO
 
 TAMIRI
 Più che ad ogn'altro spiace
 la dimora a Scitalce; ei pensa e tace.
 IRCANO
155Non curar di quel folle
 Godi di tua ventura
 che l'amor t'assicura oggi d'Ircano.
 Non rispondi? Ne temi? Ecco la mano.
 MIRTEO
 Che fai! Non ti rammenti
160il comando reale?
 IRCANO
                                   E il re qual dritto
 ha di fraporre a' miei cortesi affetti
 o limiti o dimore?
 TAMIRI
 Che? Tu conosci amore? Il tuo piacere
 è domar combattendo uomini e fere.
 IRCANO
165È ver ma il tuo sembiante
 non mi spiace però; godo in mirarti
 e curioso il guardo
 più dell'usato intorno a te s'arresta.
 TAMIRI
 Gran sorte inver del mio sembiante è questa!
 
170   Che quel cor, quel ciglio altero
 senta amor, goda in mirarmi?
 Non lo credo, non lo spero;
 tu vuoi farmi insuperbir.
 
    O pretendi allor che torni
175ai selvaggi tuoi soggiorni
 rammentar così per gioco
 l'amoroso mio martir. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 IRCANO e MIRTEO
 
 IRCANO
 La principessa udisti? Ella superba
 va degl'affetti miei. Misero amante,
180ti sento sospirar, ti veggo afflitto;
 cangia, cangia desio
 e per consiglio mio torna in Egitto.
 MIRTEO
 Mi fai pietà. La tua fiducia insana,
 il tuo rozzo parlar con cui l'offendi
185ti rinfaccia Tamiri e non l'intendi.
 IRCANO
 Dunque in diversa guisa i loro affetti
 qui trattano gli amanti! E quale è mai
 questo vostro d'amor leggiadro stile?
 MIRTEO
 Con lingua più gentile
190qui si parla d'amor; qui con rispetto
 un bel volto s'ammira,
 si tace, si sospira
 si tollera, si pena.
 l'amorosa catena
195si soffre volentier benché severa.
 IRCANO
 E poi s'ottien mercede?
 MIRTEO
                                              E poi si spera.
 IRCANO
 Miserabil mercé! No, d'involarti
 il pregio di gentil non ho desio.
 Ciascun siegua il suo stile; io sieguo il mio.
 
200   Maggior follia non v'è
 che per godere un dì
 questa soffrir così
 legge tiranna.
 
    Io giuro amore e fé
205a più d'una beltà
 né serbo fedeltà
 quando m'affanna. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 MIRTEO solo
 
 MIRTEO
 Felice te, se puoi
 sopra gli affetti tuoi
210regnar così! Ma non è ver; se un giorno
 al par di me cadrai
 in servitù d'una crudele e bella,
 sarai men franco e cangerai favella.
 
    Bel piacer saria d'un core
215quel potere a suo talento
 quando amor gli dà tormento
 ritornare in libertà.
 
    Ma non lice e vuole amore
 che a soffrir l'alma s'avvezzi
220e che adori anche i disprezzi
 d'una barbara beltà. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Orti pensili.
 
 SCITALCE e SIBARI
 
 SCITALCE
 Come? E tu non ravvisi
 Semiramide in Nino!
 
 SIBARI
 (Dei! La conobbe). Ah no. Se fosse tale
225al germano Mirteo nota sarebbe.
 SCITALCE
 No, che bambino ei crebbe
 nella reggia de' Battri.
 SIBARI
                                           In Asia ognuno
 la crede estinta.
 SCITALCE
                                Ah più d'ogn'altro amico
 io crederlo dovrei. Tutto fu vero
230quanto svelasti a me. Nel luogo andai
 destinato da lei. Venne l'infida,
 meco fuggì ma poi
 non lungi dalla reggia
 l'insidie ritrovai. Cinto d'armati
235v'era il rivale.
 SIBARI
                            E il conoscesti? (Con timore)
 SCITALCE
                                                          Almeno
 potrei sfogarmi in lui.
 SIBARI
 (Torniamo a respirar; non sa ch'io fui).
 SCITALCE
 Da quel momento, oh dio
 pace non so trovar. Sempre ho sugli occhi
240sempre il tuo foglio, il mio schernito foco,
 la sponda, il fiume, il tradimento, il loco.
 SIBARI
 Il foglio mio! Forse lo serbi?
 SCITALCE
                                                      Il serbo
 per gloria tua, per mia difesa.
 SIBARI
                                                         Ah pensa
 alla mia sicurezza. E' qui Mirteo:
245potria per la germana
 vendicarsi con me.
 SCITALCE
                                     Va' pur sicuro,
 a tutti il celerò. Ma corrisponda
 alla mia la tua fè: non dir che Idreno
 in Egitto mi finsi.
 SIBARI
                                    Io tel prometto.
250Addio. (Torbido è il mar, il tempo è nero).
 Bisogna in tanto rischio un gran nocchiero. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 SCITALCE, TAMIRI, indi SEMIRAMIDE
 
 SCITALCE
 Chi sa! Forse il desio
 ingannar mi potrebbe; al re si vada,
 si ritorni a veder. (In atto di partire)
 TAMIRI
                                    Egli s'appressa.
255Fermati.
 SCITALCE
                    (Oh dio! Che dubitarne? È dessa). (Vedendo Semiramide)
 TAMIRI
 Signor, brama Scitalce (A Semiramide)
 teco parlar.
 SEMIRAMIDE
                        (Vorrà scoprirsi). Altrove
 piacciati, o principessa,
 portare il piè. Tutta agli accenti suoi
260lascia la libertà.
 TAMIRI
                                Parto. S'ei m'ami
 scorgi... Chiedi...
 SEMIRAMIDE
                                  Va' pur. So quel che brami. (Tamiri parte)
 (Siam soli, or parlerà).
 SCITALCE
                                            (Partì Tamiri,
 or con me si palesa).
 SEMIRAMIDE
 (Il rossor lo ritarda).
 SCITALCE
265(Teme quel cor fallace).
 SEMIRAMIDE
 (Tace, mi guarda).
 SCITALCE
                                     (Ancor mi guarda e tace).
 SEMIRAMIDE
 Principe, tu non parli?
 Impallidisci, avvampi e sei confuso?
 SCITALCE
 Signor, nel tuo sembiante
270una donna incostante,
 che in Egitto adorai,
 veder mi parve e mi turbò la mente;
 quella crudel mi figurai presente.
 SEMIRAMIDE
 Tanto simile a Nino
275era dunque colei?
 SCITALCE
                                    Simile tanto
 che sotto un'altra spoglia
 quell'infida direi che in te si annida.
 SEMIRAMIDE
 Se fu simile a me, non era infida.
 SCITALCE
 Ah menzognera, ah ingrata. (Alterato)
 SEMIRAMIDE
                                                      Olà! Scitalce
280così meco ragiona?
 SCITALCE
 Io m'ingannai. Perdona (Si ricompone)
 uno sfogo innocente.
 Quella crudel mi figurai presente.
 SEMIRAMIDE
 Pur se avessi presente
285allo sguardo colei, come al pensiero.
 Forse chi sa? Non ti vedrei sì fiero.
 SCITALCE
 (Quale audacia! Comprenda
  alfin ch'io non la curo). Ah se tu vuoi,
 questo mio core oppresso
290felice tornerà.
 SEMIRAMIDE
                             (Si scopre adesso).
 Libero parla.
 SCITALCE
                           Oh dio!
 Troppo ardito sarei.
 SEMIRAMIDE
                                       La tema è vana.
 Parla: di me ti puoi fidar.
 SCITALCE
                                                 Vorrei
 pietosa a' miei martiri
295mercé del tuo favor render Tamiri.
 SEMIRAMIDE
 (Oh ingrato! Oh disleale!)
 SCITALCE
                                                  Ella è il mio foco,
 adoro il suo sembiante...
 SEMIRAMIDE
 Non più. (Fingiam). Ti compatisco amante.
 A parlar con Tamiri,
300ogni tua brama a secondar m'appresto.
 SCITALCE
 Torna appunto Tamiri, il tempo è questo.
 SEMIRAMIDE
 (Oh importuno ritorno!)
 SCITALCE
                                                Or dir le puoi
 Ch'è l'amor mio, ch'è il mio tormento estremo.
 SEMIRAMIDE
 Allontati e taci (io fingo e fremo) (Scitalce si ritira indietro).
 
 SCENA X
 
 TAMIRI e detti
 
 TAMIRI
305Signor, quali predici
 venture all'amor mio?
 SEMIRAMIDE
                                           Poco felici.
 Sudai finora invano
 con Scitalce per te. Di lui ti scorda,
 non è degno d'amor.
 TAMIRI
                                        Perché?
 SEMIRAMIDE
                                                         Ti basti
310saper che non si trova
 il più perfido core, il più rubello.
 SCITALCE
 Signor, parli di me? (Avanzandosi)
 SEMIRAMIDE
                                         Di te favello.
 SCITALCE
 (E pure impallidisce). (Ritirandosi indietro)
 TAMIRI
                                            E s'ei non m'ama,
 perché si fa rivale
315d'Ircano e di Mirteo? Chiedasi...
 SEMIRAMIDE
                                                             Ah ferma (Arrestandola)
 non gli parlar, se la tua pace brami.
 TAMIRI
 Ma la cagion?
 SEMIRAMIDE
                            Tu sei
 innocente in amore ed egli ha l'arte
 di affascinar chi sue lusinghe ascolta.
 SCITALCE
320Nino. (Appressandosi)
 SEMIRAMIDE
               Eh taci una volta,
 non turbarci così.
 SCITALCE
                                   Ma qui si tratta
 del mio riposo e compatir tu dei...
 TAMIRI
 Ma Scitalce io vorrei
 chiaro intendere alfin quai son gli affetti
325che nascondi nel seno.
 SCITALCE
                                           In seno ascondo
 un incendio per te. L'unico oggetto
 sei tu di mia costanza.
 Il mio ben, l'idol mio, la mia speranza.
 SEMIRAMIDE
 (Perfido!)
 TAMIRI
                      Io non intendo
330se siano i detti tuoi finti o veraci;
 eccedi e quando parli e quando taci.
 SCITALCE
 
    Se intende sì poco (A Semiramide)
 ch'ho l'alma piagata,
 tu dille il mio foco,
335tu parla per me.
 (Sospira l'ingrata,
 contenta non è).
 
    Sai pur che l'adoro, (Come sopra)
 che peno, che moro,
340che tutta si fida
 quest'alma di te.
 (Si turba l'infida,
 contenta non è). (Parte)
 
 SCENA XI
 
 SEMIRAMIDE e TAMIRI
 
 TAMIRI
 Udisti il prence? Egli è diverso assai
345da quel che lo figuri.
 SEMIRAMIDE
                                        Ah tu non sai
 quanto a fingere è avvezzo.
 TAMIRI
 Pur non sembra così.
 SEMIRAMIDE
                                         Di quel crudele
 non fidarti, o Tamiri; altro interesse
 non ho che il tuo riposo.
 TAMIRI
                                              Io ben m'avvedo
350del zelo tuo ma sì crudel nol credo. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 SEMIRAMIDE sola
 
 SEMIRAMIDE
 Sarà dunque Scitalce
 sposo a Tamiri e tollerar lo deggio?
 Lo sia. Qual cura io prendo
 d'un traditor? Potessi almen spiegarmi,
355dirgli ingrato, infedel; ma in gran periglio
 pongo me stessa; ah che farò? Vorrei
 e parlare e tacer. Dubbiosa intanto
 e non parlo e non taccio;
 di sdegno avvampo e di timore agghiaccio.
 
360   Passaggier che su la sponda
 sta del naufrago naviglio,
 or al legno ed or all'onda
 fissa il guardo e gira il ciglio.
 Vuol gittarsi e si trattiene
365e risolversi non sa.
 
    Pur la vita e lo spavento
 perde alfin nel mar turbato.
 Quel momento fortunato
 quando mai per me verrà?
 
 Fine dell’atto primo